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La noia: amica o nemica?

Anoressia

La noia è un’esperienza universale e comune che tutti sperimentano prima o poi nella vita. Viene concettualizzata come un’esperienza caratterizzata da un desiderio non appagato di fare qualcosa di soddisfacente. Nonostante la sua natura comune, è considerata fortemente negativa perché associata a una mancanza di stimolazione e a una sensazione di insofferenza. La società tende a non accettare facilmente l'idea di annoiarsi.
Una delle ragioni dell’ambiguità della noia è che non esiste una definizione condivisa e precisa di cosa sia, nemmeno tra gli psicologi. Per descriverla, Eastwood e Danckert la paragonano alla sensazione di avere la parola sulla punta della lingua (tip-of-the-tongue syndrome): nel caso della noia, la sensazione è che manchi qualcosa, ma senza sapere cosa. La noia si verifica quando si resta intrappolati in uno stallo del desiderio, in cui vorremmo fare qualcosa ma non vogliamo fare niente, e le nostre capacità mentali, competenze e doti restano inattive. Può essere una condizione favorita da una serie di fattori: una situazione effettivamente noiosa, una predisposizione ad annoiarsi o l’indizio di un problema mentale sottostante. Quale fattore sia prevalente richiede una valutazione approfondita, caso per caso.

Cause della noia

La noia può derivare da fattori individuali, caratteristici di ogni persona, che possono essere sia psicologici (tratti di personalità, alto bisogno di stimolazione o bassa tolleranza alla frustrazione) sia cognitivi (difficoltà a mantenere l'attenzione o a trovare significato nelle attività). Ma può anche essere causata da fattori ambientali, come trovarsi in un ambiente monotono e privo di stimoli o di interazioni sociali.

La noia è sempre negativa?

La noia, tuttavia, non è sempre dannosa e può avere anche aspetti positivi. Nonostante sia spesso associata a comportamenti impulsivi e rischiosi come l'uso di sostanze stupefacenti, la guida spericolata o le condotte aggressive, la noia può avere anche conseguenze positive come stimolare la creatività, spingendo gli individui a cercare nuove idee e soluzioni. Può anche favorire la riflessione e l'auto-consapevolezza, permettendo alle persone di riconsiderare le loro priorità e obiettivi.
Il filosofo tedesco Schopenhauer distingueva tra “noia superficiale” e “noia profonda”. La prima è una sensazione che cerchiamo costantemente di evitare nella nostra vita quotidiana, una condizione che pensiamo di dover riempire con le attività più varie. Invece, la “noia profonda” rappresenta una condizione praticamente ascetica che ci consente di entrare in contatto con l’essenza stessa dell’esistenza. Secondo Heidegger, abbandonarsi totalmente alla noia invece di rifuggirla significa accettare il vuoto dell’esistenza, il che ci aiuta a entrare più profondamente in contatto con la nostra vita e la nostra coscienza.
In uno studio che ha esplorato come la noia possa influenzare la creatività, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di svolgere compiti noiosi, come copiare numeri telefonici da una rubrica, e successivamente di completare un compito creativo. I risultati hanno mostrato che i partecipanti che avevano sperimentato la noia hanno prodotto idee più originali e innovative rispetto a quelli che non erano stati esposti a compiti noiosi. La noia può portare a una maggiore esplorazione cognitiva; le persone annoiate tendono a pensare fuori dagli schemi e a sviluppare soluzioni più creative ai problemi.

Ci si annoia solo quando siamo poco stimolati?

Il nostro stato di allerta e attivazione, noto come arousal, può variare da livelli molto bassi (sonnolenza) a livelli molto alti (eccitazione). La sua relazione con la noia è stata oggetto di numerosi studi psicologici, i quali hanno dimostrato che entrambi i suoi livelli estremi possono essere associati a esperienze di noia. Infatti, secondo la teoria dell'arousal ottimale, esiste un livello ideale di attivazione che massimizza il benessere e la performance. Sia livelli molto bassi che molto alti di arousal portano a prestazioni scarse e, potenzialmente, a noia.
Quando l'arousal è insufficiente, una persona può sentirsi poco stimolata e, di conseguenza, annoiata. Questo può verificarsi in situazioni monotone o poco impegnative, in cui vi è una mancanza di stimolazione esterna e dove non vi sono stimoli sufficienti per mantenere l'interesse e l'attenzione. La noia è frequentemente associata a una mancanza di stimolazione esterna, che può portare a livelli di arousal più bassi e inadeguati a mantenere l'attivazione, di conseguenza si sperimenta la noia.
Ma, contrariamente a quanto potrebbe sembrare intuitivo, anche livelli molto alti di arousal possono portare alla noia. Questo può accadere quando l'attivazione è eccessiva e non viene incanalata in attività stimolanti o gratificanti. In tali casi, l'energia e l'attivazione non trovano uno sbocco adeguato, portando a una sensazione di frustrazione e noia. La ricerca ha esaminato la relazione tra arousal e noia in situazioni di sovrastimolazione, scoprendo che quando le persone sono sovrastimolate, ma le attività che stanno svolgendo non risultano significative o gratificanti, possono comunque sperimentare noia. Questo fenomeno è caratteristico nei contesti moderni dove vi è un eccesso di stimoli digitali che non sempre sono percepiti come soddisfacenti o significativi.

Come reagisce la nostra memoria se siamo annoiati?

La noia può compromettere la capacità di memorizzare e usare informazioni temporanee. Infatti, se si sperimentano alti livelli di noia, le prestazioni risultano significativamente peggiori nello svolgere i compiti dove viene usata la memoria di lavoro. Inoltre, la noia sembra possa interferire con la memorizzazione a lungo termine delle informazioni nel processo di consolidamento. La ricerca ha evidenziato che svolgere compiti noiosi porta a una riduzione nella capacità di ricordare dettagli specifici delle attività. Esperire noia può renderci più malinconici: uno studio condotto presso la University of Limerick ha evidenziato che le persone annoiate richiamano alla memoria ricordi estremamente più nostalgici.

Essere annoiati è come essere depressi?

Esiste una stretta correlazione tra noia e depressione, una sorta di circolarità. La noia cronica può essere sia un sintomo che un fattore di rischio per lo sviluppo della depressione. La noia cronica può predisporre gli individui alla depressione, così come le persone depresse spesso sperimentano una riduzione dell'interesse e del piacere nelle attività quotidiane o in quelle che trovavano gratificanti, una condizione nota come anedonia. Questo può portare a una maggiore percezione della noia. Anche se possono avere strette somiglianze e elevate correlazioni, la noia e lo stato depressivo sono esperienze emotive diverse. Tuttavia, la noia cronica porta a una maggiore focalizzazione sui processi ruminativi in un ciclo vizioso di mantenimento dello stato depressivo, aumentando quindi il rischio di sviluppare la depressione. La mancanza di stimoli e l'insoddisfazione costante possono portare a sentimenti di inutilità e disperazione che sono tipici della depressione.

Quali strategie?

Le strategie per gestire la noia e ridurre il rischio di depressione possono includere:
• Partecipazione a nuove attività: Coinvolgersi in nuove esperienze che offrono stimoli cognitivi e fisici può aiutare a ridurre la noia e migliorare l'umore. Attività come il volontariato, imparare una nuova abilità o praticare uno sport possono offrire distrazione e un senso di realizzazione.
• Pratica della mindfulness: La mindfulness può aiutare a ridurre la percezione di noia e aumentare la consapevolezza e l'apprezzamento del momento presente. Tecniche di respirazione, meditazione e yoga sono utili per calmare la mente e ridurre l'ansia.
• Mantenimento delle relazioni sociali: Coltivare relazioni sociali positive e coinvolgenti può ridurre la sensazione di isolamento e noia. Parlarne con amici e familiari può offrire supporto emotivo e una diversa prospettiva sui problemi.
• Esercizio fisico regolare: L'attività fisica rilascia endorfine, che sono sostanze chimiche naturali del cervello che migliorano l'umore e riducono lo stress. Un regolare esercizio fisico può aiutare a mantenere l'arousal a livelli ottimali e a ridurre la noia.
Se la condizione di noia o la mancanza di interesse verso le attività quotidiane dovesse diventare invalidante o impossibile da gestire, ci si può rivolgere a uno psicoterapeuta. Quest'ultimo può lavorare insieme alla persona per sviluppare risorse e interessi attraverso strategie appropriate, consentendo di uscire dallo stato di anedonia.

Per approfondire:

Bench, S. W., & Lench, H. C. (2013). On the Function of Boredom. Behavioral Sciences, 3(3), 459-472.
Berlyne, D. E. (1960). Conflict, Arousal, and Curiosity. McGraw-Hill.
Eastwood, J. D., Frischen, A., Fenske, M. J., & Smilek, D. (2012). The Unengaged Mind: Defining Boredom in Terms of Attention. Perspectives on Psychological Science, 7(5), 482-495.
Malkovsky, E., Merrifield, C., Goldberg, Y., & Danckert, J. (2012). Exploring the relationship between boredom and sustained attention. Experimental Brain Research, 221(1), 59-67.
Mann, S., & Cadman, R. (2014). Does being bored make us more creative?. Creativity Research Journal, 26(2), 165-173.
Vodanovich, S. J. (2003). Psychometric measures of boredom: A review of the literature. The Journal of Psychology, 137(6), 569-595.