Possiamo costruire il nostro benessere?
L'uomo è infelice perché non sa di essere felice. Solo per questo. Questo è tutto, tutto! Chi lo comprende sarà subito felice, immediatamente, nello stesso istante. Fëdor M. Dostoevskij
L’attenzione per la felicità e il benessere da parte della psicologia è piuttosto recente e la dobbiamo alla nascita della psicologia positiva che si è sviluppata a partire dal 2000 che, a differenza degli altri approcci fino a quel momento concentrati sui disturbi mentali, ha cercato di comprendere e migliorare gli aspetti positivi della vita; il suo principale intento è stato quello di rivendicare il ruolo che le emozioni positive, i tratti positivi del carattere e le istituzioni positive hanno nel rafforzare il benessere dell’individuo e della comunità, inoltre attribuisce un ruolo attivo dell’individuo nel determinare la propria condizione. La parola “felicità” deriva dal verbo feo che significa produco o fecondo, felicità quindi è la risultante delle nostre azioni migliori attraverso le quali generiamo, produciamo, creiamo e sviluppiamo: dipende dalla nostra capacità di adattarci all’ambiente e di produrre azioni in grado di renderlo una risorsa per noi e per la nostra realizzazione.
Uno dei fondatori della psicologia positiva è Martin Seligman che racconta di come sua figlia Nikki lo ispirò un giorno in cui, nel giardino di casa, era intento a togliere le erbacce mentre sua figlia, di cinque anni, giocava a lanciare e cospargere per tutto il giardino le stesse erbacce che con tanta fatica cercava di eliminare. La sgridò ma quest’ultima prontamente gli rispose: “Papi ricordi prima del mio quinto compleanno? Dai tre anni in su ero stata una barba. Facevo i capricci tutti i giorni. Ma quando ho compiuto cinque anni, ho deciso che basta, non l’avrei più fatto. È stato difficilissimo. E se io sono riuscita a non fare più i capricci, tu la puoi smettere di essere così musone”. Seligman decise da quel giorno che anziché correggere i limiti di sua figlia si sarebbe concentrato nell’incrementare le sue potenzialità, così da renderla più forte di fronte alle sue debolezze e alle avversità che avrebbe incontrato nella vita. Questo principio lo trasferì anche nella pratica clinica concentrandosi sul potenziamento delle risorse degli individui con la missione di guidarli verso la felicità e il benessere attraverso l’incremento di tutte quelle potenzialità e virtù capaci di originare emozioni positive. Le ricerche confermano che l’individuo felice ha migliori condizioni di salute, è più creativo e soddisfatto del proprio lavoro, ha un’intensa vita sociale e grande successo nella vita. Uno degli studi più famosi sulle emozioni positive e longevità è stato realizzato su un campione di 180 suore. La ricerca analizzò le autobiografie scritte a conclusione del noviziato delle suore, si notò che le suore più allegre erano proprio quelle che vivevano più a lungo.
La felicità non sarebbe solo la ricerca di piaceri momentanei, ma l’integrare il piacere con una visione a lungo termine della vita, un senso di scopo e significato, e l'impegno in attività che contribuiscono al benessere collettivo: in questo modo diventa una costruzione più completa e sostenibile. La formula della felicità citata da Seligman all’interno del suo celebre libro “la costruzione della felicità” è caratterizzata da tre elementi:
• Piacere del momento (Pleasures of the Moment): sono le esperienze piacevoli e le sensazioni positive che si sperimentano nel momento presente legate ai nostri sensi: per esempio il gusto del cibo, l’ascoltare o il produrre una risata, sentire nel corpo il comfort fisico.
• Coinvolgimento (Engagement): si riferisce all’esperienza di sentirsi completamente assorbiti ed immersi nell’esperienza di un’attività in cui ci sentiamo realizzati e funzionanti. Quello che spesso viene definito trovarsi in uno stato di “flow” (flusso).
• Significato e scopo (Meaning and Purpose): si riferisce alla ricerca e al perseguimento degli obiettivi profondi e significativi nella propria vita, contribuendo a qualcosa di più grande di sé stessi.
Secondo Seligman e da quanto dimostrato in numerose ricerche, le persone che si dichiarano più contente e soddisfatte, sono quelle che orientano la loro vita in tutte e tre le dimensioni.
Quindi Seligman ha racchiuso la felicità in una formula?
Ebbene sì, la formula della felicità di Seligman rappresenta un modello semplificato della felicità, è una versione concisa delle componenti chiave che secondo l’autore contribuiscono alla felicità individuale.
H = S + C + V
La felicità non sarebbe semplicemente la somma di esperienze piacevoli a breve termine, ma è influenzata dalla soddisfazione generale della vita, dal contributo e significato attribuito e dall'allineamento con i valori personali. Se ricerchiamo un equilibrio di queste quattro componenti possiamo aspirare secondo l’autore a una felicità più completa e sostenibile. Scopriamo insieme i singoli elementi più approfonditamente.
Con la lettera “H”(happiness), si intende il livello di felicità costante che è presente nella persona, ed è distinto dalla felicità momentanea, perché se quest’ultima può essere incrementata facilmente da una molteplicità di stimoli, come comprare un vestito nuovo, ricevere un mazzo di fiori o un complimento, purtroppo interviene esclusivamente sulle sensazioni momentanee. Quello che ci deve interessare è, invece, incrementare la felicità costante in quanto più stabile e duratura.
Con la lettera “S” (satisfaction with life) vengono presi in considerazione due elementi che interferiscono sul nostro livello di felicità: l’eredità genetica, che determina fino il 50% della felicità, e la nostra tendenza ad adattarci alle cose positive, fino al punto di darle per scontate. In questo senso avremmo tutti interiormente un termostato della felicità, ovvero una “quota fissa” che rappresenta per noi il grado confortevole di felicità che, inevitabilmente torna, dopo un certo lasso di tempo; ovvero sia dopo un evento gioioso che dopo un momento di sventura, il nostro termostato della felicità tenderà a riportare la nostra felicità al suo livello abituale.
Con la lettera “C” (contribution and meaning) vengono indicati gli elementi della vita che influenzano il livello di felicità. Le ricerche indicherebbero che elementi quali avere un buono stipendio, essere giovani, registrare buone condizioni di salute e possedere una buona istruzione sarebbero influenti solo per il 10% sul nostro livello di felicità. Per esempio la crescita del reddito provoca la crescita del livello di felicità individuale solo fino ad un certo punto, al di là del quale il denaro non ne provoca più. Quello che invece sembra influire in maniera più incisiva è la presenza di una ricca rete di relazioni sociali. Diener e Seligman hanno realizzato una ricerca su un gruppo di studenti universitari risultati eccezionalmente felici. I risultati hanno evidenziato un'unica differenza fra questi studenti e gli altri, ovvero che avevano una vita sociale ricca e appagante, trascorrevano meno tempo soli, erano in buoni rapporti con gli amici e avevano una relazione sentimentale appagante.
L’elemento più importante perché dipendente dalla nostra volontà e sul quale dovremmo focalizzarci è il “V” (values), perché su questi possiamo agire per determinare un cambiamento durevole. Naturalmente lo stato di benessere non dipende da un singolo evento sul quale agiamo, ma è il risultato dell’intreccio tra passato, presente e futuro. Per questo, in ciascuna di queste fasi siamo chiamati ad agire delle competenze in grado di assicurarci la felicità. Sono competenze particolari, di un livello di complessità e importanza superiore a quelle a cui siamo abituati. Per avere un passato felice è necessario possedere le competenze della gratitudine e del perdono: la gratitudine ci permette di riconoscere il valore dell’altro nella nostra vita e il perdono ci aiuta a superare gli eventi negativi. Un futuro felice può passare solo attraverso una visione centrata sull’ottimismo e sulla speranza. Il presente felice si costruisce a partire dalle esperienze gratificanti. I momenti nei quali la nostra vita entra in quello che viene definito “flusso” ovvero il momento in cui non ci accorgiamo del passare del tempo e della fatica, per questo dobbiamo potenziare e mettere in azione i nostri punti di forza.
Ma la felicità non basta
Seligman successivamente si rese conto che la sua teoria della felicità autentica necessitava di alcune modifiche, poiché non contemplava variabili importanti come il successo e il senso di controllo e le attività che le persone scelgono di fare per il loro valore intrinseco. In particolare, considerò riduttivo l’utilizzo del termine “felicità” perché spesso veniva associata allo stato d’animo dell’“essere di buon umore”. Era opportuno identificare un termine capace di comprendere al suo interno, non solamente la componente emotiva, ma anche il significato e il coinvolgimento che portava.
Alla luce di queste considerazioni, Seligman dieci anni dopo circa introduce il costrutto più ampio di benessere come il risultato dell’usare i propri punti di forza ogni giorno per produrre un autentico senso di realizzazione di sé e provare piacere a lungo termine. Ogni elemento del benessere, per definirsi tale, deve contemplare tre caratteristiche:
• Contribuire al benessere;
• Contenere una motivazione intrinseca;
• Essere definito e misurato indipendentemente dagli altri elementi.
Nasce così il PERMA model ovvero l’acronimo che conferma gli elementi già descritti nel costrutto della felicità dieci anni prima e ne aggiunge altri due necessari per il raggiungimento del benessere:
• Positive Emotion (Emozione Positiva): la ricerca e coltivazione di emozioni positive come la gioia, la gratitudine, la serenità e l'amore; l'obiettivo è sperimentare emozioni che portano a una sensazione di felicità e appagamento.
• Engagement (Coinvolgimento): l'esperienza di "flusso" ovvero essere completamente immersi e assorbiti in un'attività che richiede le nostre abilità e ci sfida in modo positivo; questo tipo di coinvolgimento porta a una sensazione di realizzazione e soddisfazione.
• Relationships (Relazioni): Le connessioni sociali e le relazioni positive con gli altri sono un elemento cruciale del benessere; le relazioni significative contribuiscono alla felicità e al senso di appartenenza.
• Meaning (Significato): Questo elemento si riferisce al senso di scopo e significato nella vita; avere un obiettivo più grande e svolgere attività che abbiano un significato personale sono fondamentali per il benessere.
• Accomplishment (Realizzazione): Riguarda il raggiungimento di obiettivi e la sensazione di competenza. È importante fissare obiettivi realistici e lavorare per raggiungerli come parte integrante del benessere: riuscita e successo in qualcosa che ci realizza possiede per noi un valore inestimabile.
Ne risulta che il benessere rappresenta un costrutto multidimensionale, caratterizzato dal sentirsi bene, saper instaurare buone relazioni, sperimentare realizzazione, identificare un senso, un significato e una direzione alla propria vita e vivere appieno ciò che viviamo.
Il benessere è legato al concetto di crescita personale
Di conseguenza, il principale obiettivo per una crescita personale non è più quello di incrementare il livello di felicità dell’individuo, ma di aumentare la quantità di flourishing nella persona. Il concetto di flourishing (fiorire) è un concetto molto interessante che è stato introdotto, per la prima volta, da Keyes, che fa riferimento agli individui “fiorenti” ovvero coloro che riescono a realizzare appieno le proprie potenzialità e, contemporaneamente, stabiliscono delle relazioni costruttive con la società. Alla luce di uno studio condotto dallo stesso Keyes, emerge come coloro sperimentano una condizione di flourishing, presentano un’elevata resilienza, capacità di rapportarsi costruttivamente con l’ambiente, chiari obiettivi di vita ed elevata autoefficacia, oltre che un minor rischio di assenza dal lavoro dovuta a condizioni di salute precarie.
In conclusione, per essere felici, o forse potremmo ora meglio dire, per coltivare il nostro “ben-essere” psicologico non dobbiamo pensare solo al soddisfacimento dei nostri piaceri immediati ma a ricercare la soddisfazione a lungo termine attraverso la costruzione di uno scopo o significato di vita nostro, l’aiuto della rete sociale che ci circonda ma soprattutto la ricerca della nostra realizzazione derivante dal nostro vivere consapevolmente e appieno quello che desideriamo e ci rende felici. La consapevolezza che esiste questo ampio spettro di elementi ci guida nella creazione di una vita che non cerca solo la felicità momentanea, ma abbraccia una ricerca del ben-essere autentico e duraturo. Dobbiamo mirare a essere individui fiorenti, a esplorare le profondità del benessere umano, spingendoci oltre la semplice assenza di problematiche, verso una vita intrisa di significato, realizzazione personale e connessioni significative, così da far diventare il nostro viaggio di vita un viaggio dinamico verso l'ottimizzazione delle nostre potenzialità. La nostra crescita individuale non è solo un atto di autodeterminazione: nella ricerca costante di emozioni positive, coinvolgimento, relazioni significative, significato e realizzazione, possiamo costruire una vita che non solo riflette il nostro benessere individuale, ma contribuisce al benessere di tutti coloro che condividono il nostro cammino.