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Atychiphobia la paura spropositata di sbagliare

A volte la notte me ne sto sveglio a chiedermi: "Dove ho sbagliato?". Poi una voce mi dice: "Questo prenderà ben più che una notte” Charlie Brown
Il nome scientifico della paura di sbagliare è atychiphobia e si riferisce alla “paura spropositata, ingiustificata e persistente di fallire”. Quando l’individuo è sottoposto a questa paura eccessiva e per un periodo troppo prolungato, vengono sopraffatte le capacità di adattamento, si esauriscono le energie, le strategie di comportamento risultano inadeguate e si finisce per avere una sensazione di tensione costante. In questo caso si può parlare di “incapacità a farcela”, tendente proprio a sottolineare questa situazione dell’individuo che si sente intrappolato, schiacciato in una morsa dalla quale non riesce a liberarsi. In questa situazione di immobilità l’individuo passa in rassegna tutte le possibilità che la mente riesce a prevedere, analizzando pro e contro fino allo sfinimento, innalzando il livello di stress e finendo, molto spesso, nella non-azione o non-scelta. In questi casi fare errori fa crescere la paura di sbagliare in modo incontrollato e la fa diventare a sua volta causa principale di nuovi errori. Viene generato un circolo vizioso che, se non viene interrotto, si auto-mantiene e porta a un’attivazione dello stress continua che può generare malessere per la persona interessata che sarà meno lucida nelle sue valutazioni e continuerà a produrre errori.

Come viene vissuto nella nostra epoca l’errore?
La considerazione personale dell’errore proviene dall’assunzione dei rischi e dall’esperienza del singolo. Nella nostra epoca il fatto che l’errore sia meno esperienziale ma più virtuale fa sì che la percezione dell’impatto delle proprie azioni sulla realtà possa essere deformata e che la nostra considerazione dell’errore sia deviata perché non riusciamo più a vederlo come un “maestro di vita”. Nell’ambito della tecnologia un errore può essere cancellato. Comunicando attraverso i social network vengono messi in evidenza solo i lati migliori e si crea un’immagine di sé che non ammette errori. Pertanto risulta sempre più difficile commettere errori che possano risultare utili dal punto di vista esperienziale. Questo mancato allenamento all’errore può portare a compierne di molto grandi o a evitarli completamente. Tentare di nascondere gli errori senza capire perché si sono verificati o evitare di fare qualsiasi azione immaginando le conseguenze sono atteggiamenti non costruttivi che impediscono di creare delle occasioni di crescita. Dal momento che le scoperte spesso dipendono proprio dagli errori, occorre cimentarsi in sfide nuove, accettando anche la possibilità di sbagliare e decifrando le cause degli eventuali errori per affinare le proprie armi di ricerca.

Come possiamo rivalutare l’errore?
Alfred Adler diceva “Cosa fai per prima cosa quando impari a nuotare? Fai degli errori, non è vero? E cosa accade? Fai altri errori, e quando tu hai fatto tutti gli errori che è possibile fare senza affogare - e alcuni di loro anche più e più volte - cosa scopri? Che sai nuotare? Bene - la vita è la stessa cosa che imparare a nuotare! Non aver paura di fare degli errori, perché non c'è altro modo per imparare come si vive.”
Noi impariamo sbagliando, è la base di qualsiasi apprendimento o conoscenza di nuove soluzioni creative. Quello che accade quando abbiamo paura di sbagliare è che si pensa ci sia una sola scelta corretta e perfetta per quella situazione, e l’agitazione sale perché non ci si sente in grado di capire quale sia, e si crede che, al di fuori di quell’unica scelta giusta ci siano solo errori e fallimento. In questi casi è utile fare i conti con la concezione di errore per uscire da quel punto di vista e lasciare da parte il concetto di giusto e sbagliato concentrandosi su quello di causa e effetto più funzionale perché non porta a un giudizio ma a un’esperienza. Considerare questo punto di vista ci porta a vedere il futuro come una sperimentazione e non come una catastrofe in arrivo per la quale dobbiamo prevedere gli effetti e sentirci in colpa se non lo facciamo. Stare sul “qui e ora” ci allena a lasciare andare le preoccupazioni per il futuro o per il passato e concentrarci sull’esperire il presente.

Che strategie possiamo usare per contrastare la paura di sbagliare?
Se accettiamo che non possiamo controllare tutto e prevedere le conseguenze delle nostre azioni ci concentreremo sul valore delle esperienze vissute e niente verrà visto come errore ma come insegnamento. Concentrarsi solo sulle cose che possiamo controllare ci restituisce una forza non indifferente, ci si può allenare a questo atteggiamento positivo a partire dalle cose che consideriamo meno importanti e che non vengono viste come catastrofi se portano un risultato diverso da quello voluto o immaginato e che può comunque insegnarci qualcosa. In questa sorta di allenamento possiamo anche rivivere nella nostra mente tutte le volte che abbiamo avuto esperienze positive di riuscita per caricarci positivamente. Possiamo farlo anche tutti i giorni a fine giornata, come abitudine per dare valore alle nostre capacità. Se la paura è ancora presente nonostante questi accorgimenti un’altra strategia da utilizzare può essere quella di acquisire nuove competenze o approfondire alcuni aspetti in cui ci sentiamo più in difficoltà. Una buona formazione può arricchirci e farci sentire più competenti.
Combattere e persistere in stati emotivi negativi richiede molte energie, molte di più di quelle che possiamo impiegare in un atteggiamento di accettazione della nostra paura e della nostra difficoltà. Questo non significa soccombere ma considerare con attenzione il momento di crisi e permetterci di non identificarsi con la difficoltà o la paura; la consapevolezza di essere altro da questo permette di vedere anche le altre risorse presenti e ci rende più lucidi e aperti, pronti ad intervenire in modo diverso.
Se nonostante tutti questi accorgimenti ancora sentiamo un blocco allora possiamo rivolgerci a uno psicoterapeuta che ci aiuti ad individuare delle strategie più personali per aggirare l’ostacolo della paura o per elaborare qualche situazione difficile che non ci permette di andare avanti. Diventare consapevoli della nostra storia di vita e della nostra personale considerazione dell’errore con l’aiuto di un professionista può aiutarci a fare i conti con la nostra paura di sbagliare, trovarne l’origine e diventare coscienti dei nostri meccanismi di funzionamento. Quello con cui dobbiamo fare i conti è il modello di perfezione che alberga dentro di noi e che ci vuole sempre sicuri, sereni, intelligenti, decisi, equilibrati e pieni di qualità positive. Più cerchiamo di somigliare a quel modello, più ci allontaniamo da quello che siamo e coltiviamo la paura di sbagliare. Del resto “Si sbaglia sempre. Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per imparare. Imparare a non ripetere mai certi sbagli. Si sbaglia per poter chiedere scusa, per poter ammettere di aver sbagliato. Si sbaglia per crescere e per maturare. Si sbaglia perché non si è perfetti” diceva anche Bob Marley, a cui aggiungerei si sbaglia perché si vive.